Jacques
Jacques è un'opera buffa in un atto, per sei cantanti e gruppo strumentale. Il libretto, in versi e prosa, è liberamente tratto dalla commedia in un atto Jacques ou la soumission di Eugène Ionesco, una parodia della famiglia e dell'istituzione del matrimonio.
Ho concepito l'opera a numeri chiusi, otto in totale, tra cui arie, concertati e un duetto che sfocia nel finale; ho impiegato le voci come faceva Rossini, cioè sfruttando la coloratura, il canto di agilità, ma non in senso caricaturale: l'intenzione infatti è stata quella di usare il linguaggio del melodramma ottocentesco, come se fosse uno dei tanti possibili che un compositore moderno può scegliere.
Il teatro di Jonesco ha una dimensione onirica e assurda, e molte delle sue frasi senza senso sono ricalcate dai versi del libretto: al teatro dell'assurdo si addice il vocabolario del melodramma, genere teatrale e musicale impastato di follia.
Ma è la vita in sé ad essere talvolta assurda e, nella quotidianità, le frasi fatte sfiorano sempre l'insensatezza.
M.Emanuele